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Il Tevere e il lago di Corbara

non programmata
19 Febbraio, 2020

Il Tevere e il lago di Corbara

Nelle vicinanze di Orvieto, nascosto dai verdi abbracci delle colline circostanti, troviamo incorniciato dalla vegetazione il lago artificiale di Corbara, formatosi nel 1962 grazie alla costruzione della diga che sbarra il corso del Tevere a circa 3 km dalla confluenza con il fiume Paglia. Come vedremo dall’alto al culmine della nostra escursione, la suggestione di questo lago e dalla morfologia circostante, sembra quasi richiamare in piccolo le atmosfere dei parchi naturali del nord america.
Le apparentemente placide acque del Tevere, scavando instancabili nella roccia carsica, hanno trasformato il paesaggio in un’imponente gola dove serpeggiando il corso d’acqua va a confluire all’interno dell’ampio bacino idrico. Ancora una volta la sensazione visiva è davvero unica per queste zone del centro Italia, e solo la verdeggiante vegetazione di lecci ci ricorda che quello che stiamo ammirando non è un’affluente del fiume Colorado in qualche riserva naturale oltreoceano.

Titignano

Antico villaggio medioevale,Titignagno fu fondato nel 937 da un discendente della famiglia francese dei Montemarte. Dopo un periodo burrascoso contraddistinto dalla guerra, nel XVIII secolo il borgo assunse l’aspetto attuale.

L’escursione parte dall’antico borgo medioevale di Titignano, un’agglomerato di antiche case abbracciate attorno al signorile palazzo centrale. La chiesa e l’antica piazza, con il panoramico affaccio sul lago, sono il miglior benvenuto nell’accogliente Umbria. Lasciamo alle nostre spalle il piccolo villaggio e ci incamminiamo su di una comoda strada sterrata. Ai nostri lati sfila una lungo filare di cipressi e poco più distante, il lago di Corbara resterà la costante stella polare di questo trekking.

Dopo un breve tratto pianeggiante iniziamo a perdere quota seguendo, almeno inizialmente, un sentiero abbastanza comodo. Occasionali impronte sul fango solidificato, ci raccontano della notoria presenza di cinghiali e daini in questa zona. La nostra meta è la riva del lago, verso la Barca di Salviano, nel punto esatto in cui le acque del Tevere si disperdono nel lago.

Gole del Forello

Queste gole, scavate dal costante scorrere delle acque del Tevere, hanno pareti alte 200 metri e sono ricoperte da una rigogliosa e fitta vegetazione.Tra le pareti calcaree si insinuano ampie grotte, tra le quali la più famosa è quella della Piana.

Giunti in prossimità della riva, la Gola del Forello si rivela dischiudendosi alla vista in tutta la sua interezza, e ci si può solo fermare davanti ad un paesaggio così particolare. Ripercorriamo i nostri passi e con la dovuta decisione ci inoltriamo in salita, all’interno di una fitta lecceta, puntando alla meta: la Roccaccia, rudere di un’antica fortificazione abbarbicata sulla sommità della gola, che segna appunto il culmine dell’escursione. Il paesaggio ora visibile nella sua interezza emoziona per spontaneità nonostante sia frutto in parte di alterazioni artificiali, come il tratto di un disegno dai colori pastello, il Tevere trova la sua via discontinua ma organica verso l’acqua.

Un breve giro tra le rovine e inizia il ritorno verso Titignagno, sapendo già che torneremo a casa con ancora negli occhi il ricordo di un altro paesaggio raro e unico.

Scheda escursione

icona per località di partenza escursione
Titiganno (TR)
5.00 ore
icona per escursione in zona boschiva
bosco
fondovalle
icona per escursione con vista panoramica
vista panoramica
lago
icona per livello di difficoltà escursione
difficoltà: 3/10

DETTAGLI TRACCIATO

Giro ad anello con rientro al punto di partenza, sentieri visibili e a tratti sconnessi.

  • 14 Km
  • 570 metri
  • 578 metri

VALUTAZIONE DIFFICOLTA’

Escursione tecnicamente non impegnativa. Dal punto di vista dello sforzo fisico, il dislivello in salita è tutto concentrato in fase di rientro. Fondo costituito principalmente da mulattiere, con qualche sporadico punto accidentato.

Impegno fisico 0
Difficoltà tecnica 0

Prenotazione

Available Appointments on 26 Settembre 2023

Escursione effettuata.

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Claudio Zucca,

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