Cima D’Arme e i cippi di confine
Escursione tra i Monti Reatini, che da Poggio Bustone si sviluppa lungo l’antico confine tra Stato Pontificio e Regno delle due Sicilie a ridosso della montagna Cima D’Arme. Un percorso alla ricerca degli antichi cippi, che quasi a due secoli di distanza, sono ancora incastonati nel verde terreno montano, a indicare la fine del potere temporale del Papa e l’inizio del dominio dei Borboni. La vetta della Cima D’Arme rappresenta solo una tappa e non la meta, dalla cui cima si osserva il Monte Terminilllo che svetta a est, oltre le ondulate cime circostanti, e a nord il Monte Vettore distante 45 km in linea d’aria.
Cippi di Confine
Nel 1840 fu sottoscritto un trattato tra il Papato e il Regno delle Due Sicilie con il quale fu stabilito definitivamente i confini tra i due Stati e che prevedeva il posizionamento di 686 cippi, che dalla costa tirrenica dovevano arrivare al Mar Adriatico.
Attraversato il borgo di Poggio Bustone, iniziamo a prepararci per questa impegnativa e varia escursione nei pressi del Convento di San Giacomo. Mentre allacciamo gli scarponi, la sacralità del posto si inizia a percepire dal rigoroso silenzio che viene osservato dai monaci. Ci guardiamo attorno e la nostra testa inizia a sollevarsi in direzione dell’alta parete boscosa della Cima D’Arme che si incassa nel terreno formando la Valle Petrinara. Iniziamo a salire attraverso una comoda strada sterrata, che ci accompagna per alcuni chilometri e ci scalda i muscoli per le salite più impegnative, fino a raggiungere un verde e ampio pianoro. Da questa posizione privilegiata, possiamo finalmente osservare nella sua interezza la Cima D’Arme al nostro fianco, mentre il Terminillo fa vedere parzialmente la sua cresta rocciosa. Ci manca ancora poco per incrociare il nostro primo cippo di confine.
Poggio Bustone
Piccolo borgo di origine medioevale che si sviluppa sui pendii del Monte Rosato. È conosciuto, tra le altre cose, per aver dato i natali al cantautore italiano Lucio Battisti.
Ci fermiamo nei pressi del cippo a osservare la Piana Reatina, che nonostante sia incisa dalle attività antropiche, riesce a mantenere in parte la sua bellezza. Riprendiamo a camminare inoltrandoci all’interno di un bosco di faggi, alla ricerca di altri cippi, alcuni dei quali da tempo divelti e adagiati sul fianco. Iniziamo la salita del Monte Cerasa, sulla cui vetta è posizionato uno dei cippi più scenici, prima di affrontare la salita alla Cima D’Arme, punto più alto dell’intera escursione e dove possiamo rifocillarci dalla salita resa difficoltosa dalle pessime condizioni del sentiero. Il panorama che ci attende è come una boccata d’aria dopo diversi minuti in apnea, una vista corroborante che ci inonda dell’energia necessaria per affrontare la ripida discesa che ci conduce al punto di partenza.
Scheda escursione
DETTAGLI TRACCIATO
Giro ad anello con rientro al punto di partenza.
VALUTAZIONE DIFFICOLTA’
Escursione fisicamente impegnativa, si richiede un buon allenamento. Il fondo è misto su mulattiera, sottobosco con sassi e radici, ripidi pendii, sentieri invasi in parte dalla vegetazione. Percorso con dislivello disomogeneo con alcune salite faticose in fase finale. Si segnala ripida discesa nel tratto conclusivo che richiede l’ausilio di bacchette.
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