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Sulle tracce dei lupi

fotografia di lupo

Sulle tracce dei lupi

Tempo di lettura: 7 minuti

La presenza del lupo (Canis Lupus Italicus) in Italia è aumentata negli ultimi anni. Un tempo specie talmente perseguitata che si era arrivati a contarne appena 70 esemplari sull’Appennino, l’avvio dell’operazione San Francesco nel Parco Nazionale d’Abruzzo (PNALM) ha segnato una lenta inversione di tendenza, con la messa in atto di pratiche per cercare di favorire la convivenza tra lupo e allevatori. Oggi se ne contano circa 2000 secondo i dati ISPRA, distribuiti su tutto il territorio. Conosciamone allora meglio le caratteristiche.

Il pelo del lupo cambia a seconda delle stagioni: d’inverno grigio e folto, nel periodo estivo si tinge di riflessi rossicci. Il manto ha evidenti bandeggiature nere sugli arti anteriori nel lato frontale, sulla regione dorsale e sulle orecchie. Il ventre e le regioni addominali sono più chiare, ed è tipica la mascherina facciale bianca. La punta della coda è sempre nera, caratteristica che consente anche di distinguere tra gli esemplari puri e quelli (numerosi) ibridati.

I lupi sono animali sociali, vivono solitamente in branchi di dimensioni variabili tra le 4 e le 8 unità, che formano un nucleo familiare costituito dalla coppia e i figli. Il leader del branco è il maschio adulto, ma le cure parentali vengono portate avanti da entrambi i genitori, finché i giovani non raggiungono l’indipendenza. È possibile avvistare anche lupi solitari, si tratta nella maggior parte dei casi di giovani in dispersione che hanno lasciato il branco o, più raramente, di individui che si sono persi. In entrambi i casi è cruciale, per la sopravvivenza dell’animale, unirsi al più presto a un gruppo nuovo o ritrovare il proprio. I lupi infatti non riescono a sopravvivere da soli, soprattutto durante l’inverno, quando le condizioni climatiche sono estreme e il cibo scarseggia.

I lupi comunicano tra di loro attraverso i tipici ululati, che si sentono riecheggiare soprattutto di sera nel silenzio delle montagne, ma anche con le marcature odorose, come feci e urina. Conducono una vita prevalentemente notturna, predando ungulati come caprioli, cinghiali, cervi e camosci, ma anche animali da allevamento come ovini e caprini.

Mediamente, un branco di lupi si sposta in un’area di ben 150 km2, il che li porta oggi, con l’avanzare dell’urbanizzazione, la riduzione delle aree naturali selvagge e la scarsità di prede, a sconfinare sempre di più in zone agricole e coltivate, fino ad arrivare nelle periferie cittadine. Esemplare in questo senso il caso del Parco di Veio, in parte all’interno del territorio municipale di Roma. Nel Parco si contano ben tre branchi di lupi, che predano perlopiù i cinghiali che ormai popolano la periferia settentrionale della città, cibandosi dei rifiuti abbandonati per le strade.

L’uomo non rappresenta in nessun caso una preda per il lupo, e non si registrano attacchi con intento di predazione dal 1800

 

Proprio la difficile coesistenza con gli allevatori e con chi vive nelle aree periurbane è la principale minaccia oggi per la specie. Gli episodi di bracconaggio sono all’ordine del giorno, e aumenta la diffusione di lacci, trappole e veleni, che mettono in pericolo tra l’altro anche gli altri abitanti dei boschi.

Nonostante ciò, resta molto raro avvistare un lupo: gli escursionisti e appassionati di montagna possono dormire sogni tranquilli! Questi affascinanti carnivori hanno infatti un udito ed un olfatto eccezionale, grazie ai quali si accorgono della nostra presenza a chilometri di distanza e scappano molto prima di poterli raggiungere.

Può capitare invece di notare a terra impronte che potrebbero appartenere a lupi. Come esserne sicuri? Innanzitutto, la forma delle impronte di lupo appare più netta e snella di quelle di un comune cane, e le dimensioni variano dai 10x7cm agli 11x9cm, con un cuscinetto piuttosto largo. La falcata è ampia circa un metro, ma può aumentare o diminuire a seconda della velocità del passo. I lupi procedono inoltre con la tipica elegante andatura in linea retta, mettendo una zampa davanti l’altra, per conservare energie ed evitare ogni sforzo superfluo.

Come comportarsi nel raro caso in cui ci trovassimo di fronte a un lupo? Qualche consiglio:

  • NON AVVICINARSI e NON SEGUIRLO, potrebbe essere interpretato come un attacco
  • NON ATTIRARLO CON CIBO
  • evitare di correre
  • indietreggiare senza dare le spalle all’animale
  • utilizzare oggetti che producono rumore e/o sbattere le mani

L’uomo non rappresenta in nessun caso una preda per il lupo, e non si registrano attacchi con intento di predazione dal 1800. Ovviamente se l’animale viene infastidito, soprattutto se si tratta di una madre con cuccioli, mette in atto comportamenti difensivi come ringhia e ululati per dissuadere l’intruso dall’avvicinarsi. Vanno sempre evitati tutti i comportamenti che possano creare confidenza tra noi e l’animale, il lupo infatti è una specie selvatica e tale deve rimanere.

 

Scopri la nostra escursione al Monte Pellecchia, crocevia dei lupi

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